Viaggio in Burkina – marzo 2010 di Stefano Di Ruggiero

Nel mese di marzo, insieme a Roberto Persiano, volontario di Gabnichi Onlus, sono stato in Burkina Faso per verificare l’avanzamento dei lavori della Casa di accoglienza di Fada N'gourma, città capoluogo della Provincia di Gourma, e la situazione di Pikieko, il primo villaggio a cui Etruria ha destinato, insieme a Gabnichi, iniziative di solidarietà.

 

GRANDI ASPETTATIVE SUL CENTRO DI ACCOGLIENZA PER BAMBINI DI FADA

Il progetto della Casa di accoglienza si estende su un terreno di circa due ettari, di proprietà delle suore S.I.C. (Suore Immacolata Concezione). Il complesso è stato progettato modularmente, con spazi comuni e casette bifamiliari per restituire una dimensione più intima, di casa, ai bambini che vi saranno ospitati. Nel progetto era stata prevista la realizzazione di una recinzione perimetrale, di un alloggio per le suore che gestiranno la struttura, e di otto casette dove potranno abitare le “mamme” (madri adottive, naturali, ma anche operatrici) con i bambini che andranno ad accudire. Un ettaro di terreno sarà destinato a coltivazione, oltre ad ospitare attività di tipo commerciale (sicuramente un forno) a servizio della struttura che potranno svilupparsi mano a mano che l’orfanotrofio di Fada ospiterà sempre più bambini. Il complesso, che si trova lungo la strada che va verso il Niger, è una zona piuttosto trafficata, che si presta bene all’insediamento di attività commerciali. 

Dal sopralluogo nel cantiere, accompagnati dalle suore e dai responsabili della ditta costruttrice, a metà marzo risultavano già realizzate la recinzione, l’alloggio delle suore, la cucina, il refettorio e due delle otto casette in progetto, predisposte di impianti idrici ed elettrici, ma ancora sprovviste del tetto. Nonostante i lavori siano leggermente in ritardo rispetto al programma, entro giugno le opere strutturali dovrebbero essere completate. La modularità della costruzione si conferma una buona scelta: possiamo partire con l’attività di accoglienza riducendo i tempi di attesa e adeguando la costruzione di nuove casette alla domanda e ai tempi necessari a reperire nuove risorse e finanziamenti.

La maggiore criticità emersa dal sopralluogo e dai contatti con l’impresa costruttrice risulta legata all’approvvigionamento idrico del Centro di accoglienza: nei due ettari di terreno, infatti, non è stata trovata l’acqua, per cui il pozzo è stato realizzato al di fuori della proprietà, a circa 50 metri dalla recinzione. Attualmente, la congregazione delle suore sta valutando la possibilità di acquistare un’atra porzione di terreno per poter gestire il pozzo all’interno del Centro di accoglienza. Rimangono da definire e quindi da finanziare le opere idrauliche necessarie alla distribuzione dell’acqua. La soluzione che più frequentemente viene utilizzata in questo territorio è quella di costruire un serbatoio innalzato su quattro pilastri a 6-8 metri di altezza nel quale far confluire l’acqua direttamente dal pozzo, tramite una pompa ad immersione. Dal serbatoio, che normalmente può contenere dai 5 ai 10 metri cubi di acqua, è possibile approvvigionare per semplice caduta tutti i servizi del Centro, dalla cucina alle casette. Mancano, inoltre, tutti gli arredi interni, per i quali andranno trovate nuove risorse.

Una cosa, su tutte, mi ha colpito particolarmente: la grande aspettativa che si è creata attorno alla realizzazione di questa struttura. Suor Sabine mi ha confermato quella che all’inizio è stata soprattutto una sensazione: la comunità di Fada guarda con grande speranza alle opportunità che si apriranno con la messa a regime dell’orfanotrofio. Basti pensare che per trovare una struttura simile bisogna arrivare nella capitale, a 220 km di distanza da Fada. Non dimentichiamoci, inoltre, che in Burkina l’orphelinat risponde a tutta una serie di bisogni e carenze molto superiori rispetto a quanto possa fare una struttura simile in Italia, sia per ragioni culturali che per l’enorme povertà che affligge questo Paese. In Burkina, per esempio, quando in una famiglia muore la mamma, il padre non si prende cura dei figli, che vengono spesso affidati a strutture di accoglienza. Stessa cosa avviene quando i genitori non sono in grado di occuparsi del sostentamento dei figli, in caso di famiglie molto numerose (la norma, più che l’eccezione). Spesso i bambini restano negli orfanotrofi fino ai 12/14 anni, dopo di che vengono reinseriti nelle famiglie una volta in grado di lavorare e di poter contribuire al sostentamento della famiglia.

In questo viaggio ho avvertito la grande responsabilità che abbiamo nel realizzare quest’opera e, soprattutto, nel mandarla avanti, nel farla funzionare, nel dare “gambe” ad un progetto che per gli abitanti di Fada rappresenta un raggio di sole nel cielo del futuro.

 

PIKEOKO HA ANCORA BISOGNO DI NOI

Un paio di giorni del nostro viaggio in Burkina li abbiamo passati a Pikieko, prima meta di solidarietà di Etruria Sma da quando, nel 2005, abbiamo finanziato la costruzione di un pozzo artesiano. Nell’area – parlare di un villaggio non corrisponde esattamente al vero, visto che si tratta di costruzioni piuttosto isolate nella Savana - sono in corso diversi interventi necessari a ripristinare o migliorare la funzionalità di opere già realizzate negli anni scorsi. La prima cosa che abbiamo notato con piacere arrivando a Pikieko è la presenza di una strada. Credetemi, non è una cosa scontata per un’area a cui fino ad un anno fa si poteva accedere solo con grande disagio attraverso una pista nella Savana. Sono convinto che l’interesse internazionale verso questa zona del Burkina abbia contribuito ad accelerare l’attenzione delle autorità. Aver acceso i riflettori su Pikieko e sui tanti problemi di questo angolo di Burkina sta avendo effetti positivi oltre le aspettative.

Veniamo allora agli interventi in corso d’opera, cercando di fare il punto della situazione attorno agli edifici e alle opere realizzate in questi anni:

  • SCUOLA. Come supporto alle attività della scuola, che è pienamente operativa, stiamo ristrutturando una casetta adibita ad alloggio per insegnanti e ne stiamo costruendo una nuova. I ragazzi che frequentano la scuola sono in continua crescita. A loro abbiamo portato del materiale scolastico, offerto dalla cartoleria di Alessandro e Lucia di San Quirico, che ci fa piacere ringraziare in questa occasione. La distribuzione a macchia di leopardo della comunità di Pikieko ha fatto emergere la difficoltà, per alcuni bambini che vivono a circa 10 km dalla scuola, di poterla raggiungere. Siamo stati accolti da un capo villaggio e dai bambini che ci hanno proposto di realizzare un’aula distaccata della scuola, affinché anche questi piccoli possano avere accesso all’istruzione. Della questione abbiamo parlato con il responsabile all’istruzione del Comune di Kubrì. Se riusciremo a realizzare l’aula e una casetta per un insegnante, si è detto disponibile a mandarci un maestro.
  • BARRAGE. Dopo la violenta alluvione del 2009, si sono resi necessari interventi per risistemare l’opera, pesantemente danneggiata. Verranno realizzati degli archi per far defluire l’acqua e rinforzati gli argini, oltre alla costruzione di un sistema di chiuse.
  • EDIFICIO POLIFUNZIONALE. Per il secondo anno, presso la struttura vengono promossi corsi di alfabetizzazione primaria rivolti alle donne, che possono dedicarsi all’istruzione nei periodi in cui si ferma il lavoro nei campi. 
  • CHIESA. Un altro gruppo di abitanti ci ha proposto di contribuire alla costruzione di una piccola chiesa: loro realizzerebbero l’opera in muratura, mentre noi dovremmo occuparci del tetto e degli infissi.