Insegnare inglese a Zanzibar 2015 di Erica e Marco

Vi riportiamo l'esperienza di due giovani volontari fatta durante l'estate 2015 per il progetto "Insegnare l'inglese a Zanzibar" che ha visto la partecipazione di:

  • Andrea Capalbo
  • Andrea Frosini
  • Marco Lovrinovich
  • Claudia Magini
  • Erica Rossi
  • Daria Gugliantini (Responsabile del progetto)

Stanchezza (e a volte frustrazione) per l’anno chiuso; aspettative e sogni per i 15 giorni a venire.
Sono un pò queste le sensazioni che ho sempre vissuto alla partenza per le vacanze estive.

Quest’anno non ha fatto differenza.
E’ cambiato però quello che ho fatto.

Trascorrere le mie vacanze in un villaggio africano (di quelli rurali, mica con l’animazione) è stata un’esperienza che ha un pò mischiato tutto e cambiato i piani.

Accettare –insieme ad alcuni amici- di offrirci come supporto alla scuola locale nell’insegnamento dell’inglese e dell’italiano è stato un pò un salto nel vuoto.
E a me i salti nel vuoto hanno sempre entusiasmato.

Siamo stati a Uroa, zona est di Zanzibar.
Un villaggio di case basse e spoglie, qualche moschea, sparuti negozi.
Ma anche un mare fantastico. E soprattutto tanta, tanta vita.
Perchè poi, alla fine, sono le persone che incontri che danno senso al viaggio che fai. Anche in vacanza.
Soprattutto in vacanza.
Ed è ancora più vero se quelle che incontri sono così diverse da te. E non è questione di pelle.
Confrontarsi (e scontrarsi, ammettiamolo pure) con le differenze nella concezione del tempo, delle distanze, delle relazioni tra persone e religioni, è stato un passaggio di cui porterò il senso per molto tempo.

Nulla è come sembra in Africa, nulla come te lo aspetti. Nel bene e nel male.
E’ una piccola sfida.

Inserirsi dal basso in un mondo così diverso dal nostro, con la convinzione che noi occidentali siamo avanti e loro quelli da aiutare; rendersi conto poi che tutto sommato, nel momento in cui hai portato il tuo piccolo contributo di tempo ed energia a loro, chi hai aiutato veramente sei tu.
Ti sei aiutato rimettere le tue cose al loro posto, a leggere con occhi e pesi diversi le frustrazioni con cui eri partito; a riconoscere e distinguere un problema vero da una stupidaggine.
Ti sei aiutato a semplificare.

Forse sta qui la chiave di tutto. Nella semplicità
E quando semplicità e gratuità si incontrano, si sviluppa quell’alchimia unica che ti consente di regalare qualcosa di tuo (anche solo 15 giorni di ferie) sentendoti tu molto più pieno e carico.

Io sta cosa l’ho provata quest’anno per la prima volta.
E ho già capito che non sarà l’ultima.

            Marco Lovrinovich


1-17 Agosto, togliendo il primo e l'ultimo giorno che sono stati di volo...15 giorni che mi sono rimasti nel cuore.

Quest'anno invece di fare una normale vacanza mi sono fatta coinvolgere in questo progetto...ero scettica e spaventata...sono partita con la mente piena di aspettative e paure...aspettative su me stessa e su cosa sarei stata in grado di insegnare e trasmettere a Zanzibar ma mai avrei pensato che sarei stata io a portarmi a casa così tanto.

Ho assistito e partecipato all'inizio del corso di italiano base per il villaggio di Uroa e ad alcune lezioni d'inglese per i bambini della scuola.

E' stato interessante abituarsi allo stile di vita zanzibarino dove tutto procede “pole pole” (piano piano) e il concetto di organizzazione è sconosciuto; è stato un incontro tra due culture diverse.

Ho detto incontro e non scontro volutamente perchè questo stile di vita dove tutto parte da un sorriso mi ha insegnato tanto, spero anche di aver lasciato qualcosa di mio al villaggio di Uroa...lì hanno tanto bisogno d'aiuto...hanno tanta buona volontà di imparare ma pochi mezzi e possibilità per farlo, quindi ogni aiuto è ben accetto e vissuto con entusiasmo dal villaggio.

Concludo dicendo che per me è stata un'esperienza unica in un posto che definirei come un paradiso terrestre.

Ringrazio la fondazione Gabnichi che mi ha dato quest'opportunità ma soprattutto ringrazio il gruppo che mi ha accompagnato e con il quale ho condiviso questa meravigliosa esperienza.

Erica Rossi